Il VCO


Storia del VCO
Spress o Spresitt
I più antichi insediamenti umani, documentati sul territorio del Verbano-Cusio-Ossola, risalgono al periodo del mesolitico (8000 a.c. nell'Alpe Veglia). In seguito, a quanto dicono le fonti romane, il territorio è abitato dai Leponzi (di cui sono state ritrovate numerose necropoli) e dagli Insubri.
La presenza romana nel V.C.O è ben delineata a partire dal I° secolo A.C., anche se non ha lasciato resti evidenti e magniloquenti. Nel periodo compreso fra la caduta dell'Impero e le invasioni barbariche l'area della provincia rimane un'isola felix toccata solo marginalmente dagli episodi traumatici dell'epoca. Nascono numerose chiese ed edifici di culto.
Durante il Feudalesimo il V.C.O è dominio della lontana diocesi di Novara, a sua volta coadiuvata da valvassori quali i Castello di Pallanza, che hanno sede nell'Isolino di S. Giovanni. Nel secolo XII arriva dal Vallese svizzero una popolazione latina di lingua tedesca, i Walser, che si stabiliscono in Ossola (Macugnaga, Ornavasso), nell'alta Valstrona ,in Valsesia e in Valle Formazza.
Nel secolo XIII la Signoria dei Visconti si impadronisce di tutto il territorio del novarese e del Ticino e da allora il territorio resta legato alle vicende del Ducato di Milano e alle diverse famiglie dominanti: prima i Visconti, poi gli Sforza e infine i Borromeo che, nel periodo del dominio spagnolo, divengono i signori del territorio verbanese e dei suoi dintorni, e i cui discendenti, ancora oggi, dispongono di ampie proprietà (si vedano per esempio le isole appunto denominate Borromee).
Il Seicento è caratterizzato da una trasformazione radicale dell'economia agricola grazie all'introduzione della coltura del riso nel basso novarese, i cui effetti si avvertono anche nel V.C.O.
Con la Pace di Aquisgrana del 1748 il territorio passa sotto il dominio dei duchi di Savoia che riconfermano alla famiglia Borromeo i diritti acquisiti in precedenza; il V.C.O diventa dunque del Piemonte e ne segue le vicende durante il periodo napoleonico e durante il Risorgimento.
L'Ottocento è caratterizzato dalla nascita dell'industria (tessile, siderurgica e meccanica) e di nuovi stili di vita e di insediamento umano (urbanizzazione e nascita dei tre poli industriali e urbani di Omegna, Intra e Pallanza, Domodossola). 
Verso la fine del secolo scorso viene completata la linea ferroviaria che collega Novara a Domodossola e nasce l'industria turistica del Lago Maggiore, con la costruzione dei grandi alberghi di Stresa. Nel Novecento continua l'industrializzazione del territorio e dalla fusione di Intra e Pallanza nasce la città di Verbania (1929).
Nel periodo della seconda guerra mondiale il Verbano-Cusio-Ossola contribuisce in maniera determinante alla lotta di Liberazione (Repubblica dell'Ossola, 9 settembre -22 ottobre 1944). La provincia del Verbano-Cusio-Ossola nasce, con capoluogo Verbania, nel 1994.



Personaggi famosi 
Numerosi sono i personaggi famosi che sono nati o hanno risieduto nel V.C.O, attirati dalla bellezza e dalla tranquillità dei luoghi.
In primo luogo i pittori e gli artisti (la Valle Vigezzo è conosciuta come la valle dei pittori) che ne hanno ritratto i paesaggi: Filippo Carcano, Arnaldo Ferraguti, Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona, Paolo Troubetzkoy, Mario Tozzi, solo per citare i più famosi. 
Poi i poeti e i letterati come Guido Gozzano, Antonio Rosmini, Gianni Rodari e Gianfranco Contini e i musicisti come Umberto Giordano e Arturo Toscanini. 
Infine bisogna ricordare il grande giurista Chiovenda che ha dato il nome a un comune dell'Ossola (Premosello Chiovenda).


Il folclore
Il folclore del V.C.O, che conferma il legame delle genti dei laghi e delle montagne con la cultura rurale e alpina, si esprime soprattutto attraverso le numerose feste tradizionali presenti sul territorio. 
Tra di esse ricordiamo quelle legate alle tradizioni Walser (la Festa della Candelora a Salecchio, la Processione dei ghiacciai a Macugnaga, l'Incontro Internazionale delle genti Walser al passo del Gries).

Le processioni in costume (processione delle Cavagnette a Bognanco); le processioni religiose (l'Autani di Set Frei o litanie dei sette fratelli che è la processione più lunga delle alpi); le feste che ricordano periodi storici (le feste delle milizie tradizionali in Valle Anzasca in ricordo delle milizie delle terre del XVII secolo); le feste legate al mondo contadino ( la festa del Dono del Pane ad Arizzano, che ricorda un'antica usanza e il Gelindo, rappresentazione sacra in dialetto recitata da un contadino, in valle Antrona).

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